Quando la solitudine, l'abbandono, la malattia, la morte frammentano stabilità e sicurezza, non è facile rimettere insieme i propri pezzi: talvolta sono troppo spigolosi ed appuntiti, altre volte non si incastrano o non si trovano, alcune altre sono letteralmente sbriciolati.
Fare Kintsugi è un'ottima metafora del nostro intento, perchè mostra che ri-unire non deve essere una azione di sopravvivenza e precaria, ma più profonda e stabile.
Ri-unire, soprattutto, non può e non vuole essere l'atto del riportare ad una uguale condizione passata.
Ri-unire le proprie parti è stare nel nuovo che proprio il ri-trovarsi genera.
Parte proprio da questa consapevolezza: rendere l'unione un processo prezioso che possa dare nuova solidità e ricchezza.
Per questo vogliamo trovare lo spazio ed il tempo giusto
per aprire processi di racconto, di elaborazione ed integrazione rivolti a chiunque cerchi la strada per ri-unire i propri pezzi.
"L'atto veramente creativo che un uomo può compire è quello di dare lui stesso il senso alla sua vita"
Kintsugi - da kin 金
(oro) e tsugi 継ぎ (riparare) - è una
tecnica artitstica giapponese con la quale si utilizza l'oro per saldare insieme
i frammenti di un oggetto rotto. Le linee di rottura sono lasciate visibili, evidenziate dalla polvere d'oro attraverso un processo
che richiede cura, precisione e pazienza. Gli oggetti diventano vere e proprie
opere d'arte, l'oro ne accentua la bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione.
Il Kintsugi non è solo un concetto artistico ma è una metafora potente della
nostra stessa essenza.